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EDUCHIAMO INSIEME ALLA LEGALITA'

 

Giovedì 7 dicembre, tutti noi alunni delle classi seconde della Secondaria di I grado siamo andati a palazzo Carotti per partecipare al primo di una serie di incontri del progetto “Educhiamo insieme alla legalità” in collaborazione con la Polizia.




A presentarci il progetto è stato il Vice Questore del commissariato di Polizia di Jesi, dott. Paolo Arena, che ci ha parlato subito dell'importanza della conoscenza e del rispetto della Costituzione.

In particolare, il dott. Arena ci ha parlato del rispetto delle regole, dei diritti e dei doveri e delle sanzioni che si possono applicare anche a noi adolescenti: per quanto minori, per la legge italiana, i ragazzi dai 14 anni in su sono considerati responsabili delle loro azioni e per loro esiste il tribunale dei minori. Spesso i ragazzi compiono dei reati in maniera del tutto inconsapevole, pensando che le loro azioni siano solo delle “ragazzate” ma, in realtà, sono perseguibili dalla Giustizia perché hanno commesso dei reati penali. Alcune tipologie di reato sono comprese in quello che ormai è riconosciuto sotto il nome di cyberbullismo, una forma avanzata di bullismo che utilizza i social media (Tiktok, Instagram, ecc) per prendere in giro qualcuno, criticarlo pesantemente o mostrare, senza aver avuto l'autorizzazione, immagini personali o video di altri ragazzi, anche mentre subiscono azioni violente. Rientrano in questa tipologia: la richiesta di soldi con la minaccia di rivelare qualcosa di segreto, rubare un oggetto personale (cellulare, ad esempio) presentandola come una forma di scherzo, minacciare qualcuno con delle forbici o un coltello o una pistola giocattolo. Tutte queste cose, se fatte in maniera costante, sono azioni di bullismo che possono essere amplificate proprio dall'uso dei social per condividere con più persone possibile queste “bravate”.


Il dott. Arena ci ha poi parlato dell'importanza dello studio, di come concentrandoci sulle cose che abbiamo bisogno di conoscere, possiamo diventare dei cittadini migliori. Dopo queste spiegazioni, ci è stato mostrato un video, prodotto dalla Polizia e che ha ricevuto numerosi riconoscimenti, su un episodio di cyberbullismo realmente accaduto: un ragazzo e una ragazza della stessa classe di una scuola superiore, hanno deciso di incontrarsi per dichiararsi i propri sentimenti ma sono stati seguiti dal bulletto della classe e da altri due compagni che li hanno ripresi di nascosto e hanno inviato il video a tutti gli altri. La ragazza si è sentita offesa e umiliata perché era stato svelato un loro momento intimo e, in preda alla disperazione ha pensato di compiere un gesto estremo ma poi, quando la polizia, avvertita dal suo ragazzo, è intervenuta per salvarla, l'ha trovata in lacrime ma viva. Lei, infatti, si era ricordata di un incontro tra il Vice questore e la sua classe per informare tutti i ragazzi dei pericoli del cyberbullismo, e aveva deciso di fare la scelta giusta, non cedere alla disperazione e all'azione del bullo ma combatterlo a testa alta, ben sapendo che non era lei ad aver commesso un reato. Questo video ci è piaciuto, anche se qualcuno di noi voleva vedere il bullo punito dalla polizia, e ci ha fatto capire anche che avere paura e non confidarsi non è mai la scelta migliore: i bulli, infatti, puntano proprio sulla paura della vittima per continuare a fare le loro cattive azioni.

Alla fine, il dott. Arena ha proposto di farci una foto tutti insieme per ricordare quella mattinata così interessante.

Chiara, Emma e Ayesha 2B

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