Sabato
23 marzo, abbiamo avuto il privilegio di incontrare e intervistare come
redazione Blog il Magnifico Rettore dell’Università di Camerino, prof. Graziano
Leoni.
Ci
siamo trovati in un’incredibile sala di Palazzo Carotti e noi blogger ci siamo
seduti in prima fila, a pochi metri dal professore. Il Dirigente lo ha
introdotto spiegandoci il significato del titolo di “Magnifico”, che risale al
Rinascimento e indica la grandezza morale e intellettiva di un uomo.
Riportiamo di seguito l’intervista che ha concesso alla Redazione:
Larisa: Come ricorda il periodo della sua
adolescenza?
“L’adolescenza è il periodo più significativo della vita di ognuno di noi, perché consiste nella transizione molto delicata all’età adulta.”
Il professore Leoni ci ha rivelato che passò la sua adolescenza giocando a calcio, andando in bici e frequentando gli scout in compagnia dei suoi amici più stretti. Inoltre, ha fatto riferimento all’importanza dello stare insieme alle persone della nostra età perché si possono avere dei problemi simili e quindi ci si può confrontare ed esprimere le proprie opinioni ed emozioni. Il suo consiglio, perciò è quello di passare più tempo possibile con i nostri amici, vivendo avventure indimenticabili, perché un giorno alcuni di loro prenderanno strade diverse rispetto alle nostre, ma durante il nostro cammino, potremo conoscere nuove persone e creare nuove amicizie.
Edoardo: E’ ancora in contatto con gli amici di
quell’epoca, magari con i suoi compagni di scuola media? Sappiamo che è un
nostro ex studente.
Il Rettore ci ha risposto di essere più in contatto con gli amici extra scuola, piuttosto che con quelli delle medie o delle superiori. La domanda ci ha dato l’opportunità di riflettere sul fatto che a noi ragazzi spaventa molto l’idea che dopo aver lasciato la scuola media non rivedremo gli amici che ci siamo fatti fino a qui. Il professor Leoni ci ha invitato ad essere aperti a nuove conoscenze, al fare nuove amicizie anche se gli amici delle scuole medie potranno rimanere sempre in contatto con noi.
Chiara (classe 2B): Il ricordo più bello e
quello più brutto legati alla scuola “Federico II”?
Il prof. Leoni ci confessa di
non ricordare episodi particolari di quell’epoca, ma si sente di nominare la
sua professoressa di matematica che, nonostante fosse particolarmente temuta
dai suoi studenti, gli ha permesso di appassionarsi allo studio della disciplina,
fondamentale per il suo percorso di studi.
Clarissa: Noi ragazzi di
scuola media ci siamo appena iscritti alla scuola superiore. Quale Istituto ha
frequentato? La scuola Federico II le ha fornito gli strumenti per poter
scegliere la scuola superiore giusta per lei?
Il prof. Leoni ci ha raccontato di aver frequentato l’istituto tecnico per Geometri, dove talvolta da piccolo accompagnava la madre, che vi lavorava come bidella. Ne restò talmente affascinato, che quando dovette scegliere la scuola superiore, aveva già le idee chiare. Sua madre, però, pensava fosse meglio per lui andare in un liceo, così lo accompagnò da una grafologa (persona che riesce a capire dalla scrittura la tua personalità) che analizzò un suo testo. Con grande soddisfazione del ragazzo, il risultato confermò l'Istituto Tecnico per Geometri, la scuola superiore che era stato il suo sogno fin dall'inizio. La scuola media lo ha aiutato, ma la cosa principale che ha fatto nascere la sua passione fu proprio quella di “crescere” tra le mura di quell'Istituto insieme alla madre.
Greta: E’ riuscito a trasmettere la sua
passione per l’ingegneria ai suoi figli?
Il prof. Graziano Leoni ha risposto
di no, poiché la figlia più grande ha frequentato il Liceo Classico e adesso
studia da designer, il secondo figlio invece è musicista, suona la viola e il
violino, e si è appassionato alla musica grazie alla scuola media ad indirizzo
musicale che ha frequentato. L’ultimo
figlio, infine, si è diplomato geometra e adesso lavora. Il prof. ci ha
spiegato inoltre che, fin da quando erano piccoli, ha lasciato i suoi figli
liberi di fare ciò che volevano senza forzarli.
Maria Stella: Nel suo curriculum vitae possiamo
notare che è co-inventore di tre brevetti, ce li potrebbe spiegare in breve?
Cosa l’ha spinta a lavorare nel settore antisismico?
Il professore ci ha risposto spiegando innanzitutto che cosa è un brevetto, ci ha detto che si tratta di un riconoscimento formale, depositato e protetto, che tutela l’inventore e la sua idea dall’eventualità che altri la possano copiare. Lui è co-inventore, di banchi antisismici, sviluppati insieme a designer, chimici, informatici ed ingegneri. Questa invenzione, che si utilizza principalmente nei palazzi storici che non possono essere ristrutturati in modo convenzionale, si basa su sistemi intelligenti che facilitano la localizzazione dei superstiti sotto le macerie in caso di sisma. Questa invenzione è nata da un progetto in collaborazione con l’università dell’Aquila e sostenuta da un finanziamento di oltre tre milioni di euro. Il secondo brevetto consiste in una parete attrezzata salvavita per i docenti e gli studenti che, durante un terremoto, non si trovino in prossimità di un banco sotto cui ripararsi. L’ultimo è relativo ad una parete di vetro che ha caratteristiche tali per cui durante un’eventuale scossa non si frantuma, bensì si modella in base alle oscillazioni dell’edificio.
Il Rettore ci ha spiegato che la sua passione per il settore antisismico risale all’evento catastrofico del 2002, quando, a San Giuliano di Puglia, persero la vita ben 27 bambini e una maestra schiacciati dalla caduta del solaio della loro aula. All’epoca, altri ingegneri e ricercatori come lui, toccati e scossi dalla vicenda, si adoperarono per migliorare la sicurezza degli edifici pubblici; prime tra tutte le scuole. L’Italia, inizialmente, arretrata in quel settore, ha attualmente raggiunto U.S.A e Giappone.
Ottavia: In cosa consiste il lavoro di Rettore?
Il Prof. Leoni lo paragona a quello del nostro Dirigente scolastico solo che l’Università, date le dimensioni maggiori, è molto più complessa. Il Rettore infatti ha anche un ruolo più “politico”, deve gestire e far funzionare una vera e propria comunità formata dagli studenti, dal personale e dai professori. L’UNICAM è al primo posto in Italia per i servizi che dà ai suoi studenti tra le università con meno di 10.000 studenti e il lavoro di un buon Rettore è quello di mantenere questo primato e di preoccuparsi anche del futuro dell’ateneo. Per assumere il ruolo di Rettore c’è un’elezione cui partecipano i rappresentanti degli studenti e parte del personale (che sono eletti a loro volta). L'incarico dura 6 anni e, una volta concluso, il Rettore torna a fare il professore. In quanto rappresentare dell’università, oggi il professor Leoni indossa una cravatta con lo stemma di Unicam, e sulla giacca ha una spilla con lo stemma della città. “Questo incarico è molto impegnativo e complesso” ci dice, però non si lavora da soli ma con una squadra di cui fanno parte anche i Prorettori, che lo sostituiscono in caso di necessità e da più di 20 altri delegati. Inoltre, tutti i Rettori delle università italiane si riuniscono periodicamente per discutere insieme. Dalle parole del Professor Leoni possiamo dunque capire che questo è un incarico difficile e pieno di responsabilità.
Esma: Si sente sotto pressione nello svolgere
questo importante incarico?
La sua risposta, molto
schietta è stata “Sì”. Ovviamente da questo ruolo possono scaturire diverse
preoccupazioni. Una di queste è la tenuta dell’Università, perché è un luogo di
relazioni e saper gestire un intero ateneo non è certo semplice. E’ fondamentale
per un Rettore tener viva l’Università, in particolare, per il professor Leoni,
poiché dopo il terremoto del 2016 che ha arrecato molti danni a
Camerino, la città era diventata quasi deserta, cui il silenzio regnava sovrano.
Grazie
al lavoro del Rettore e dei suoi collaboratori, attualmente l’Università di
Camerino è al 1° posto tra gli Atenei italiani fino a 10 mila studenti per i
servizi e le attività agli iscritti.
Insomma, possiamo dire che l’incarico del professor Leoni non è uno dei più semplici, dovrà reggere molti pesi sulle spalle, ma è sicuro che riuscirà a farcela grazie all’aiuto e al supporto delle molte persone che sono al suo fianco.
Pietro: Per diventare Rettore
ha avuto bisogno di nozioni riguardo ambiti differenti da quelle del suo
percorso di studi?
l professor Leoni ha affermato
che il percorso per venire eletto è lungo e democratico, per molti anni è stato
prorettore e professore per lungo tempo e ancor prima ricercatore, questo gli
ha ovviamente permesso di comprendere il mestiere da vicino, di fare esperienze
significative, dimostrando le proprie competenze sul campo. Poiché “Non esiste
una scuola per Rettori”, bisogna formarsi facendo.
Vito: La sua professione attuale le permette ancora di studiare e tenersi
aggiornato nelle materie ingegneristiche?
Il Professor
Leoni ha inizialmente risposto con un secco "no", per poi fornire
delle spiegazioni più articolate. Egli ha infatti chiarito che la sua attuale
professione lo impegna molto, rendendo difficile il continuo aggiornamento
nelle discipline ingegneristiche. Tuttavia, il Rettore ha sottolineato che
riesce ancora a mantenere vivo il contatto con le materie in cui si è
specializzato attraverso l’insegnamento e la collaborazione con i team di
ricercatori e colleghi.
Thomas: Che cosa fa nel suo
tempo libero? Quali sono le sue passioni?
Abbiamo scoperto che il suo
hobby preferito è suonare la chitarra e che il pochissimo tempo libero che gli
rimane cerca di passarlo con la sua famiglia. Inoltre gli piace camminare in
montagna e visitare città d’arte e musei. Nella settimana estiva che trascorre
al mare, si rilassa leggendo dei romanzi.
Valeria: Ha realizzato tutti i sogni che aveva
da bambino? O ne ha qualcuno ancora nel cassetto?
Il professore ha risposto dicendo che i sogni cambiano durante la vita e che quelli che lui aveva da bambino sono stati lo stimolo per crearne di nuovi. Il consiglio che ci ha lasciato è quello di credere nei nostri sogni e di fare tutte le esperienze, scolastiche e non, per realizzarli.
Alla
fine il Rettore conclude con una frase molto significativa per noi ragazzi che dobbiamo
ancora completare il nostro percorso scolastico, una metafora sull’importanza
dello studio nelle occasioni che la vita ci offre:
“E’
come prendere un treno che non sai mai quando passa: anche se riesci ad
arrivare in tempo, ti serve il biglietto per salire.”
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